Game design e imprese creative per la cultura

 

Responsabile
Riccardo Fassone

Quello degli studi sul gioco è tradizionalmente un ambito in cui competenze pratiche e competenze teoriche, mondo della ricerca e mondo della produzione creativa, dialogano in modo fitto e produttivo.

Pertanto, non solo il curriculum prevede un periodo di formazione presso un'azienda o un ente legato all'industria del gioco, ma è soprattutto pensato in rapporto organico con il mondo della produzione, sia nel senso degli sbocchi professionali dei neo-dottori di ricerca, sia per quanto riguarda il bacino di utenza del corso di dottorato, che vuole attirare, oltre ai migliori laureati magistrali, anche game designer già attivi, i quali siano interessati a rafforzare il proprio bagaglio teorico. Il dottorato, dunque, oltre a introdurre alla carriera accademica, prepara giovani studiosi e studiose che vogliano perseguire progetti di sviluppo e produzione ludica all'interno di aziende, collettivi artistici o creativi, enti e istituzioni (musei, archivi, fondazioni) interessati alle potenzialità comunicative del gioco.

Il curriculum in Game Design e imprese creative per la cultura lavora sulla teoria e la storia delle forme ludiche, siano esse digitali o analogiche, passate e presenti, e sull'interrelazione che la dimensione del gioco, in tutte le sue declinazioni, stabilisce con il mondo della creatività contemporanea, ivi compresi i processi di gamification all'interno dei percorsi museali ed espositivi. Gli studi sul gioco e la ludicità, pur vantando una notevole tradizione intellettuale, che in Occidente risale almeno al XVIII secolo, hanno trovato una stabilità nell'accademia, soprattutto negli Stati Uniti e in Scandinavia, con l'istituzionalizzazione della disciplina dei game studies, negli anni Novanta del secolo scorso. Negli ultimi anni, i game studies hanno iniziato ad avere un radicamento significativo anche in Italia, e in questo processo Torino ha giocato e continua a giocare un ruolo di primissimo piano.